Archivi del giorno: 11 settembre 2015

COMPETENZE DELLA RELAZIONE di Alberto Mascheroni

COMUNICARE

SAPER COMUNICARE COMPETENZE DELLA RELAZIONE

Con piacere pubblico una riflessione del nostro allievo Alberto Mascheroni.

Giancarlo Pastore   http://www.cipas.info

Nel fascicolo “Saper COMUNICARE Competenze della relazione” tratta diversi argomenti. Ci viene spiegato quanto è importante saper comunicare, come poter diventare un buon comunicatore e i vantaggi che si possono trarre da una buona comunicazione. In seguito ci spiega come poter presentare, ad esempio un concetto o più semplicemente un prodotto, come poter essere convincenti e trasmettere emozioni al nostro ascoltatore. Successivamente nel fascicolo ci viene spiegato come poter capire se siamo logici o intuitive tramite l’analisi della propria scrittura, che verrà poi anche analizzata nei suoi presuposti fisio-psicologici. E così via, ci fa capire quanto è importante ascoltare, come ci muoviamo, le gestualità durante discorsi e conversazioni, come ci possono aiutare a rafforzare le nostre parole o come ci possono tradire. Poi passa alla delega e a metodi per capire noi stessi e le persone che ci circondano a livello psicologico e come potersi relazionare.
Tutti gli argomenti trattati in questo fascicolo sono fondamentali per il miglioramento e lo sviluppo della propria capacità di comunicare, ci spiega la sua importanza e quanto può renderci influenti, sul posto di lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Esistono tre fattori essenziali per essere e diventare un buon comunicatore, il linguaggio, l’atteggiamento e il comportamento.
Il linguaggio dove essere adattato in base al tipo di interlocutore, ad esempio non si potrà mai avere un discorso con un bambino uguale a come lo si potrebbe avere con un adulto. È fondamentale che il discorso sia strutturato, che siano usate le parole corrette, senza tralasciare l’ aggiunta di esempi, fatti e numeri in modo da renderlo interessante e comprensibile per la persona che ci ascolta.
Con l’atteggiamento s’intende il modo in cui ci poniamo con l’interlocutore, lasciando spazio alle sue idee e pensieri, senza però tralasciare I propri pensieri e idee. Ovviamente è possibile non essere d’accordo con I pensieri del nostro interlocutore ma è fondamentale rimanere mentalmente aperti e non assumere atteggiamenti aggressivi o fastidiosi. Ad esempio si dovesse ricevere un commento negativo o critico si dovrebbe considerare, analizzare e se possibile riutilizzarlo per trovare un accordo. Quindi è fondamentale non chiudersi, evitare di mettersi sulla difensiva e di utilizzare atteggiamenti rigidi, al contrario in caso di disaccordo, bisogna dire la propria opinione, l’importante è che sia fatto in modo fermo, diretto, sereno e motivato e che risulti costruttivo.
Il comportamento è dato dagli atteggiamenti, cioè dai gesti e dalla postura che si assume, e dal tono di voce agli accenti che si danno alle parole. È fondamentale in oltre dare spazio all’interlocutore per chidere chiarimenti, e fare delle critiche, e viceversa da parte nostra in modo che venga espresso interesse reciproco e che ci si comprenda. Nella comunicazione hanno un grande ruolo i gesti, che dovrebbero essere preferibilmente rilassati e ampi, cenni con la testa, importantissimo anche il contatto visivo che assieme alla posizione del corpo devono essere sempre diretti e in contatto con l’interlocutore. Da non tralasciare il tono della voce e gli accenti, utilissimi per evidenziare e sottolineare parole e concetti importanti.

Un simultaneo utilizzo di questi tre fattori ci aiuterebbe a raggiungere risultati a livello sia organizzativo che individuale.
A livello organizzativo ci aiuterebbe ad abbassare I costi della non-qualità cioè diminuiremmo conflitti o incomprensioni sul posto di lavoro che con l’aggiunta delle loro soluzioni permetterebbe di risparmiare fino ad un 20% dei costi dovuti appunto alla non-qualità.
A livello individuale invece ci renderebbe più sicuri di noi stessi, accrescerebbe la nostra autostima, ci aiuterebbe a raggiungere più facilmente i nostri obiettivi , in oltre ridurremmo lo stress e saremmo più aperti mentalmente.

Per far si che la nostra comunicazione migliori ulteriormente bisogna saper ascoltare, in particolare bisogna imparare ad utilizzare l’ascolto attivo. Per mettere in pratica l’ascolto attivo, dovremo concentrarci e focalizzarci in particolar modo su quello che il nostro interlocutore sta dicendo, collocandoci di fronte ad esso e guardandolo negli occhi per poter osservare I suoi movimenti, espressioni e gesti. Cenni con la testa esprimeranno interesse e in caso di punti non chiari fare subito domande, interrompendo l’interlocutore in modo garbato, e gli chiederò di fare esempi.
L’ascolto attivo, se fatto appropriatamente, migliorerebbe del 50% la qualità nostra comunicazione.
Una volta che avremo sviluppato la nostra comunicazione e il nostro ascolto saremo in grado di presentare in pubblico, cioè, sapremo convincere gli ascoltatori che quello che stiamo dicendo è la cosa giusta da fare, in modo tale da ottenere I loro consensi e una presa di posizione. Per far si che una presentazione sia efficace ci vuole organizzazione e metodo.
Prima di tutto dovremo studiare il nostro pubblico, e che impatto vorremmo che il nostro messaggio abbia, prepare una presentazione visiva, sintetica e intuitiva. Successivamente dovremo studiare la presentazione in ogni minimo dettaglio e per renderà convincente dovremo specificare esattamente quali saranno gli obiettivi della presentazione, fare un’introduzione breve ma che rimanga impressa, illustrare qual è il problema e dargli una soluzione e illustrargliela oggettivamente con fatti e numeri ed elencarne I vantaggi, in fine riepilogare il tutto e concludere.

Da qui in poi il fascicolo si pone su un livello psicologico in cui ci spiega come analizzare noi stessi e le persone con cui comunichiamo.
Innanzitutto vengono definite le principali caratteristiche di una persona logica oppure intuitiva tramite l’analisi della loro scrittura. Una persona logica, razionale, agisce in modo metodico, tutto deve essere sotto controllo, ogni processo ha un suo determinate percorso e conseguenza. Sempre molto preciso.
Al contrario, una persona intuitiva tende ad essere molto più creative, più intuitive, senza certezze rigide e ad agire con uno schema più aperto.

Ci viene definita la negoziazione sociale della relazione cioè, durante una conversazione, inconsciamente, viene svolta un’attività sociale organizzata, con effetti sulle persone che comunicano. Durante una conversazione, appunto, viene stabilito il sè di ciascuno, vengono negoziati gli aspetti della realtà e vengono create gerarchie sociali.
É possibile leggere il linguaggio del corpo, ad esempio le gestualità, che svolgono il ruolo di rafforzare la nostra comunicazione, tramite segnali non verbali. Ad esempio le espressioni del volto, difficili da controllare. Il nostro sguardo può dire tanto al nostro interlocutore riguardo il nostro carattere, ad esempio guardare negli occhi significa essere aperti e sicurezza dell’individuo. Ogni direzione in cui si guarda ha un significato ben preciso, ad esempio guardare in Avanti significa essere presenti, essere attenti e concentrati.
Un altro modo per studiare il nostro interlocutore è tramite la stretta di mano, ad esempio una stretta rapida, decisa e sicura denota sicurezza e autostima. Una stretta di mano debole denoterà, invece, insicurezza, paura è magari anche falsità.
L’ansia è un fattore difficile da controllare, che ci da irrequietezza. Viene spiegato che il modo migliore per contrastarla è di assecondarla, amplificandola e portandola al paradosso, ad esempio portando mentalmente una situazione all’estremo in modo tale da affrontarla meglio nella realtà.

La timidezza è l’opposto di quello che si possa pensare, tendenzialmente una persona timida ha dentro una carica di aggressività talmente alt ache fa fatica a controllarla. E onde evitare di fare errori o ferire qualcuno preferisce mantenere tutto dentro di se. Una soluzione potrebbe essere la vita sociale, cioè farsi coinvolgere in attività sociali che permettano di vincere paure tramite esperienze.
Lo stereotipo è definito come una strategia mentale, in cui categorizziamo la realtà nella quale ci troviamo,in modo toale da renderla più schematica e conoscibile. Quindi lo stereotipo è un’opinione largamente condivisa, che raggruppa oggetti, persone e individui lo stereotipo però, è basato certamente su un fondo di verità ma tende a generalizzare troppo è riduttivo e deformante.
Il capro espiatorio è praticamente il soggetto su cui tendiamo a proiettare I nostri aspetti indesiderati.
Il pregiudizio avviene quando si giudica un oggetto o una persona, in modo positive o negative, prima ancora di conoscerla a fondo, la soluzione a tutto ciò è una conoscenza più approfondita del soggetto.
Negli ultimi decenni si sono sviluppati i BIASES, cioè distorsioni conoscitive che creiamo nell’interazione sociale.
Le auto conferme comportamentali le acquisiamo in base a quello che sappiamo che gli altri pensano di noi. L’etnocentrismo ne è un perfetto esempio, noi tutti tendiamo a mettere al centro la nostra cultura di appartenenza, tendiamo a pensare che sia la migliore rispetto a tutte le altre. Gli esterofili invece sono quelli che pensano che gli altri popoli o famiglie siano migliori di quelle di origine.
I presupposti fisio-psicologici della scrittura derivano dagli studi della struttura di un individuo. La scrittura è un modo tramite cui l’uomo si esprime, di fatti in essa è rivelata tutta l’energia della persona. Dovuto a questo la scrittura è anche denominate “gesto grafico”, che per l’esattezza è il gesto grafico che ogni individuo sviluppa nel tempo da cui si può delineare la personalità di ciascuno di noi. Di fatti degli studi hanno notato una parallela evoluzione, stabilizzo e deterioramento di scrittua e personalità dell’individuo, l’automatismo della sua scrittura è infatti legato alla sua maturità fisiologica e psicologica.

La delega è un modo costruttivo ed astuto per evitare di accumulare problemi degli altri sulle proprie spalle. Il modo migliore per evitare appunto di prenderseli in carico è di porre la persona di fronte al problema motivarla e rassicurarla che con le sue abilità e conoscenza sarà sicuramente in grado di fargli fronte.
Per sconfiggere la paura di parlare in pubblico e confrontarsi con gli altri esiste una metodologia chiamata PNL o meglio Programmazione Neuro Linguistica. Questa esplora e studia le relazioni tra come pensiamo, come comunichiamo, verbalmente e non e i nostri schemi di comportamento ed emotive. Il PNL mira a dare consapevolezza alle persone in difficoltà di come poter cambiare I meccanismi di questi fattori, in modo da poter migliorare se stessi.

LE PAROLE IPNOTICHE SONO PAROLE CHE SE UTILIZZATE CORRETTAMENTE POSSONO AVERE UN FORTISSIMO IMPATTO VERSO IL NOSTRO INTERLOCUTORE.

Giancarlo Pastore