TAPPE EVOLUTIVE DEL GRUPPO IN HOTEL by giancarlopastore

LE TAPPE EVOLUTIVE DEL GRUPPO IN HOTEL

DIDATTICA PER ALIEVI  CIPAS™

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GRUPPO NASCENTE

Questo primo stadio è caratterizzato da ben definite modalità di relazione. L’interazione tra i componenti del gruppo è caratterizzata da una forte tendenza alla competizione, dal forte individualismo, dalla creazione di piccoli gruppi e da un scarso senso di appartenenza. Queste premesse sono il punto di partenza di possibili patologie come: designare un capro espiatorio, esterno o interno, un’incontrollata lotta per essere il migliore. Il relatore è vissuto con sentimenti di ambivalenza. Su di lui sono proiettati contemporaneamente sentimenti di affetto e aggressività. Una strategia di gestione efficace di questa prima fase può essere quella indicativa e propositiva. Il relatore deve pianificare subito gli obiettivi da raggiungere e indicare la meta finale, cioè dove si vuole arrivare. Sarà inoltre opportuno illustrare chiaramente le modalità e i mezzi da impiegare per raggiungere la meta e come fare per arrivarci.

GRUPPO IN VIA DI MATURAZIONE

Le modalità di relazione all’interno del sistema gruppo sono caratterizzate dall’inizio da scambio di informazioni tra i componenti. Comincia a nascere il desiderio di coesione, il gruppo comincia ad auto percepirsi come tale e iniziano a definirsi spontaneamente, secondo le rispettive specifiche competenze, i ruoli operativi. Il relatore adesso viene riconosciuto come unità facente parte del gruppo. Nei suoi confronti comincia a prevalere il rapporto professionale su quello affettivo. Riconosciuto il relatore come capo, qualcuno può sentire il bisogno di essere identificato come “il capo in seconda”, cioè la figura più importante e carismatica dopo il leader. Se il carisma e la competenza del relatore sono messi in crisi, viene immediatamente messa in discussione la leadership attuale. Il relatore deve definire, prima di incorrere nei rischi appena visti, gli obiettivi aziendali, gli obiettivi del gruppo e quelli del singolo componente. Nel primo stadio il relatore deve dimostrare una leadership carismatica, indicando la meta finale e il modo di raggiungerla con pro positività. Nel secondo stadio è utile che il relatore rivesta una leadership integratrice delle risorse professionali e umane dei componenti del gruppo, creando senso di unità e responsabilizzazione delle parti interessate al raggiungimento delle mete.

 GRUPPO MATURO

Come prima caratteristica positiva si nota il crearsi strutturato e organizzato in modo consensuale dei compiti e delle mansioni. Nasce una forte coesione armonicamente gestita, senza dipendenza verso uno o l’altro partecipante al progetto operativo. Si crea in modo funzionale e spontaneo un’alternanza nel ruolo di co-leader, cioè a seconda delle competenze specifiche ognuno si assume il ruolo guida. Le modalità di relazione verso il relatore saranno di collaborazione serena e produttiva. Anche se in questa fase il gruppo funziona in modo efficace, possono essere sempre in agguato patologie che possono alterare l’armonia e la produttività. Le patologie più a rischio sono la sindrome di “appagamento” e la carenza di nuovi stimoli. La sindrome di appagamento interviene nel momento in cui gli obiettivi raggiunti hanno pienamente soddisfatto le aspettative del gruppo, che comincia a perdere motivazione, a produrre qualcosa di nuovo e a ridurre la capacità creativa, mortificando l’invenzione. La carenza di nuovi stimoli interviene quando il lavoro entra in una fase di ripetitività e di stallo. La competenza per settori e il ruolo di co-leader dei componenti del gruppo, tanto produttiva, quando diventa esasperata conduce alla formazione di nicchie di potere, che possono rappresentare la regressione del gruppo.

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